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Fertilizzare l’acquario

 Il mondo dell’acquariofilia, durante questi ultimi anni, ha continuato ad evolversi in maniera esponenziale.

E’ aumentata la capacità di allevare svariate specie di pesci che fino a pochi anni fa erano sconosciute o si conosceva molto poco.  A questa evoluzione appartengono anche le piante che hanno portato ad un vero successo in campo acquaristico sia  dal punto di vista estetico che del benessere e di tutti gli altri fattori che migliorano la vita dei pesci Occorre ribadire che le piante, non sono solo elemento di layout di un acquario ma, sono parte integrante di un sistema biologico utile ed essenziale a creare equilibrio in acquario.

Dall’evoluzione dell’illuminazione fino alle continue ricerche dei substrati per migliorare l’attecchimento prima e la buona  crescita delle piante dopo, all’uso della CO2, allo studio sulle capacità di crescita e delle loro esigenze, il mondo delle piante ha rivoluzionato l’intero sistema acquario che, per inteso, non deve essere solo espressione estetica ma capacità di mettere a proprio agio i pesci per:

Lo scopo di questo mio articolo è quello di cercare di risolvere il più grosso problema che si pone in un acquario di piante cioè la fertilizzazione ed in particolar modo chiarire la quantità, più  meno esatta, a non eccedere o non rendere insufficiente il  fertilizzante necessario alla buona crescita delle piante.

Tanti articoli che ho letto, parlano di fertilizzazione in acquari dove si presentano diverse situazioni, quali:

Molte aziende produttrici hanno formulato diversi protocolli di fertilizzazione ma, come si può notare da questi tre piccoli esempi, non possono garantire l’esatta quantità di oligoelementi in acquario poiché nel primo caso tutti gli elementi necessari alla crescita delle piante possono essere esauriti in pochi giorni. Nel secondo caso la fertilizzazione potrebbe essere eccessiva per poche piante.

Nel terzo caso il tempo necessario all’assimilazione degli elementi potrebbe essere assai lungo o potrebbe comportare lo spreco del fertilizzante dovuto anche al cambio settimanale o per errore dell’acquariofilo ad eccedere nel fertilizzante con conseguente aiuto alla proliferazione delle alghe.

Allora; come stabilire la quantità e/o la periodicità della fertilizzazione in vasca?

Il principio su cui mi sono basato è la determinazione del ferro, questo elemento è essenziale nelle piante ed è presente, ovviamente, in tutti i protocolli di fertilizzazione.

Il ferro ha come caratteristica di non essere presente nell’acqua usata per i cambi parziali, se non in tracce, come lo è per esempio il Potassio, altro elemento utilissimo alle piante ma presente in buone quantità nell’acqua.

Per inteso, in tutti i protocolli di fertilizzazione sia quelli che hanno un unico fertilizzante sia quelli che usano protocolli giornalieri, settimanali ecc., è incluso l’uso di microelementi e macroelementi. Dunque rispettando i programmi di fertilizzazione ci troveremmo in una situazione dove, al pari della qualità dei prodotti, tutti i macro e microelementi sono in un certo rapporto tra di loro compreso il ferro che è utilizzato nei suddetti fertilizzanti .

Quindi considerando un acquario ideale in cui tutte le piante esauriscono l’intera quantità di fertilizzate aggiunto (macro e microelementi) in una certa quantità di tempo, non resta che stabilire quanto tempo occorre prima della prossima fertilizzazione.

Per la determinazione del ferro ho utilizzato sia i comuni kit per la determinazione del ferro in acquariologia, sia uno strumento di laboratorio per la determinazione dei metalli quale l’assorbimento atomico con fornetto di grafite.

Quest’ultimo l’ho utilizzato solo come elemento di controllo del kit del Ferro e per una verifica sui microelementi che spiegherò più avanti

Per stabilire la quantità e i tempi di fertilizzazione ho iniziato ad usare una quantità costante di fertilizzante fino ad ottenere una concentrazione di 0.5 mg/L di Ferro in vasca. Raggiunta la concentrazione desiderata bisogna misurare ogni giorno il ferro, presente in acqua, fino ad avere una concentrazione di circa 0.1 mg/L.

Non ho atteso la completa assimilazione del ferro perché non conosco il limite di rivelabilità del kit cioè la quantità minima che si riesce a determinare, e dunque ho optato a determinare quanto tempo occorre alle piante ad assimilare una determinata quantità di ferro in un periodo di tempo che varia di acquario in acquario per i fattori sopraccitati.

Questo procedimento l’ho portato avanti un anno intero ovviamente con periodicità variabile quali:

Febbraio 3 settimane di seguito tutti i giorni

 In questo modo ho potuto calcolare che il mio acquario esaurisce 0,3 mg/l di ferro ogni 6 giorni dunque 0.05 mg di Fe al giorno, durante i questo periodo ho eseguito la normale manutenzione con un cambio di 10 litri di acqua settimanali e la fertilizzazione è stata eseguita portando la concentrazione di fertilizzante contenente ferro in quantità costanti ad ottenere 0.5 mg/L fino ad esaurimento per assimilazione di 0.4 mg/L cioè fino ad una concentrazione di 0.1 mg/L

I microelementi quali Vanadio, Manganese, Zinco, Rame, Cobalto, Molibdeno, Piombo, Cadmio, Cromo sono stati controllati tramite spettroscopia in assorbimento atomico ogni mese sia in acquario che nell’acqua usata per effettuare i cambi. Questo controllo l’ho fatto solo per curiosità scientifica perché le piante a seconda della specie assimilano più o meno una determinata specie metallica ad esempio una pianta in fioritura aumenta l’assimilazione del boro perché utile al completamento della formazione dei pollini. ecc

I sistema di fertilizzazione da me usato indicava 2 ml di fertilizzante ogni 20 L di acqua per una settimana quindi raggiungevo una concentrazione in vasca di 0.1 mg/l di ferro che se avessi rispettato il protocollo sarebbe andato via in soli 2 giorni (e meno male che non dimezzavo le dosi!!!) in questo modo conosco l’effettiva quantità da utilizzare. Se avessi seguito il protocollo invece, avrei fornito un’errata fertilizzazione.

CONSIDERAZIONI E FATTORI INFUENZANTI

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