Scorpaena porcus è questo il nome attribuito da Linneo nel 1758 a questo velenoso, “brutto” e “goffo” pesce ed è frequente che in mare, anche a pochi centimetri d’acqua, siano più vicini a noi più di quanto si pensi. Fortuna vuole che in situazioni di pericolo compiono dei fulminei scatti ad allontanarsi da quello che può, per lui, essere un pericolo.
Nel video che segue un piccolo scorfano fermo sul fondo ed un pesce serrano:
Pesci del Mediterraneo
È frequente però che anche a pochi centimetri di distanza rimangano ben nascosti tra le rocce; il loro percorso evolutivo permette loro di confondersi nell’ambiente circostante rendendosi completamente invisibili (mimetismo criptico). Ed è proprio per questo motivo che spesso come è successo a me e a tanti altri che si resta sorpresi o a volte ci si spaventa nel veder d’un tratto muoversi qualcosa di veramente grosso sotto ai propri occhi.
Distratto dunque dalla ripresa ho preferito approfittare della cernia appena scoperta mentre un insolito (per dimensioni) scorfano si nascodeva proprio davanti ai miei occhi.
Il riccio di mare appositamente aperto ha intanto attirato alcuni piccoli saraghi, Occhiate e le immancabili donzelle da qui la sorpresa nel veder di tanto in tanto un insolito smuoversi di sabbia.
Nel frattempo che la videocamera riprendeva il pasto dei pesci, tra una ripresa e l’altra la comparsa di uno scorfano che (solo dopo aver visto le riprese) quatto quatto, in perfetto mimetismo con l’ambiente circostante e nell’oscurità delle rocce, approfittava della disattenzione dei piccoli pesci per cercare afferrarne qualcuno.
Tengo a precisare che le riprese originali sono in formato 1080p a 25fps (fotogrammi per secondo) a meno di 30 centimetri dal pesce (dalle dimensioni di 35cm abbondanti!).
La velocità d’azione dei pesci analizzata fotogramma per fotogramma mostra una sorprendente rapidità di movimento da rendere difficile anche l’interpretazione sulla riuscita dello scofano nell’afferrare la preda e del piccolo pesce che forse sfugge. Sembra però che in soli 3 fotogrammi (120 millisecondi circa) apre la bocca e aspira persino gli aculei del riccio posti a distanza. La preda in genere va a finire direttamente fino allo stomaco.
Nel video l’instante in cui afferra il malcapitato pesciolino. Sorprendente è la velocità di preda e predatore.
Nel video a seguire un esempio di mimetismo criptico a dimostrazione di come lo scorfano si sia (evoluto) adattato a confondersi nell’ambiente circostante. Indovinate dov’è?
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