Biotopo lago Tanganica – Julidochromis marlieri
Una vasca semplice quella dedicata ad alcuni abitanti del lago Tanganica: i Julidochromis marlieri. Sono questi i pesci protagonisti di questo biotopo ricreato in un acquario da 70 litri circa.
L’allestimento di un acquario per questa ed altre specie del lago Tanganica è molto semplice ed è consigliato soprattutto a chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’acquariofilia. Sabbia fine, tante rocce di forme diverse e se desiderate dare contrasto in più all’ambiente, alcuni legni.
Il Filtraggio deve essere ben dimensionato a pesci che abitano i fondali e che difficilmente risalgono in superficie; illuminazione non eccessiva e non occorre necessariamente inserire delle piante ma, per chi come me non riesce a farne a meno, consiglio quelle da legare a rocce e legni come Anubias e Microsorum, evitate piante da fondo poiché verrebbero facilmente sradicate durante le attività di ricerca di cibo e/o la costruzione di buche e rifugi nel fondale. Per quanto riguarda le rocce si possono utilizzare anche quelle calcaree importante è che non siano spigolose, taglienti o che possano ferire i pesci. Per la sabbia, si può anche utilizzare quella di mare bel lavata oppure la comune sabbia quarzifera dei negozi di acquari, importante è che sia molto fine e che se ne faccia uno strato di ameno 8 cm. Ben presto si formeranno dune e buche ma vedrete che tutto ciò da una maggiore naturalezza all’ambiente.
Avevo già allevato questa specie nel passato ma non ne avevo apprezzato la vera bellezza prima di vederli in una vasca interamente dedicata a loro. In occasione della mostra “Ciclidi dal mondo” allestita dal G.A.S. – Gruppo Acquariofilo Salentino, al museo acquario di Santa Maria al Bagno (LE) insieme ai migliaia di visitatori che lo hanno visitato, abbiamo avuto la fortuna di osservarne i comportamenti, la riproduzione in tutte le sue fasi e di ammirare le sorprendenti cure parentali che questa specie instancabilmente pone nell’allevare le piccole generazioni che nel tempo coabiteranno l’acquario.
La coppia e le tre generazioni nate durante la mostra sono rimaste insieme e tuttora vivono a casa mia in un piccolo 70 litri loro dedicato. Nonostante questi pesci siano erroneamente classificati come pesci aggressivi nei confronti delle altre specie posso affermare che in realtà la difesa del territorio è mantenuta tale solo in uno stretto perimetro intorno al nido che può essere una semplice buca o una fessura nella roccia o una nicchia scavata tra il filtro e le rocce. Sono tolleranti nei riguardi delle successive generazioni finché questi non vorranno anche loro riprodursi, fino ad allora coabiteranno l’ambiente sotto la continua supervisione dei loro genitori. Non è insolito infatti che anche i pseudo adulti, al primo preavviso di pericolo, si rifugino vicino ai genitori o ai loro fratelli più grandi. E’ ovvio che la coppia non è adatta negli acquari di comunità con poecilidi e altre specie simili a pinne lunghe.
Riguardo ai parametri chimici dell’acqua questi pesci, come molte specie africane, sono molto tolleranti nei riguardi durezza e temperatura dove quest’ultima può scendere tranquillamente anche sotto ai 20°C. Ritengo abbiano bisogno comunque di un’acqua ben ossigenata e di un fondo sabbioso morbido in quanto sono soliti rovistare e scavare in esso.
La riproduzione avviene quando si formerà una coppia ed entrambi si stabiliranno in un ambiente a loro consono alla riproduzione che, come già detto, potrà essere una buca, un angolo tra le rocce, una fessura tra i legni ecc. un luogo cioè dove si sentiranno sicuri di deporre le uova per poi essere fecondate e difese fino alla schiusa che avviene dopo pochi giorni. I piccoli usciranno solo sotto lo stretto controllo dei genitori e dinnanzi ad essi. Una scena tipica di molte specie di ciclidi quali fanno parte questi pesci.
Nel video del canale YOUTUBE del Blog, alcuni istanti della vita di comunità familiare di questa specie.
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