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Cibo vivo

Cibo vivo – Allevamento Acheta domesticus

Molti alimenti per pesci che si acquistano nei nostri negozi sono alimenti “di mantenimento”, forniscono cioè un’equilibrata alimentazione ma non sono adatti a far aumentare la massa corporea o per stimolare la riproduzione nei pesci. Ciò non significa assolutamente che quello che acquistiamo sia una schifezza! Alimenti troppo energetici infatti, oltre a sporcare di più l’acqua, necessitano una gestione più moderata e controllata ecco perché è buona regola integrare di tanto in tanto con del cibo vivo o surgelato al mangime standard.


Integrare con parsimonia del cibo surgelato (dafnie, chironomus ecc.) o con del mangime secco arricchito di vitamine ecc. è sempre un’ottima scelta ma attenti a non esagerare!

Quando invece è necessario alimentare gli avannotti, stimolare la coppia alla riproduzione, far riprendere i pesci dopo una patologia o si ha a che fare con specie selvatiche che richiedono un pò di tempo di adattamento all’allevamento in cattività, occorre integrare l’alimentazione con del cibo vivo. Ciò richiede che l’acquariofilo abbia una certa dimestichezza con vaschette puzzolenti terricci e impasti melmosi ecc. I vantaggi sono molteplici tra cui il fornire nell’immediato grosse quantità di proteine e vitamine finché non si riprendono o non si abituano ad accettare il “secco”.

Già da un anno fornisco cibo vivo a molti pesci delle mie vasche (Channa, leporinus, pangasium e ed alcuni ciclidi malawi) allevando Acheta domestica (Acheta domesticus): piccoli grilli endemici che facilmente si adattano all’allevamento domestico e sopratutto possiedono una elevata quantità di proteine (maggiore del 50%) ed un basso contenuto di grassi: alimento ideale per i nostri pesci rispetto alle camole o ad altre larve con maggiore contenuto di grassi.

L’Acheta domesticus non è un alimento sconosciuto per i pesci o per il mondo pet, è infatti largamente utilizzato per camaleonti raganelle, pogone e altri animali insettivori, il che lo rende facilmente reperibile nei negozi di acquariofilia, erpetofilia ecc.

Le dimensioni da adulto di questo insetto è di circa 3,5 centimetri che lo rende un tantino proibitivo per le bocche dei piccoli pesci che dovranno essere alimentati con gli individui più piccoli di 0.5 cm o meno.

Normalmente si acquistano in vaschette da 50 o più individui di età medio adulta e si possono dar direttamente ai pesci ecc.
A differenza di camaleonti, pogone ecc. (che devono avere anch’essi una dieta varia!), l’acheta non può essere il pasto quotidiano dei pesci, è necessario provvedere a tenerli in vita e in buona salute per alcuni mesi oppure, se la popolazione ittica è tale da permettergli almeno due pasti a settimana, si può optare per allevarli.

La camera di allevamento di Acheta domesticus

L’allevamento e/o il mantenimento è molto semplice da realizzare e alquanto economico, ecco i materiali necessari:

  • Una scatola di plastica da 60-80 litri alta almeno 40 centimetri tale da non permettere ai grilli di saltar via. Se si vuole precedere con l’allevamento e la riproduzione ne occorre un’altra più piccola;
  • Una manciata di terriccio o torba per realizzare uno strato di 2-3cm di spessore per la deposizione delle uova;
  • Due o più contenitori bassi dove inserire cibo e acqua. 
  • Alcuni pezzi di cartone o cartoni pressati per le uova che facciano da “casa” agli acheta;
  • Un coperchio aperto che permetta un buon ricambio d’aria ma non la fuga dalla scatola.
Il coperchio può essere realizzato con materiali semplici che dovranno essere necessariamente tagliati o forati per permettere un buon ricambio d’aria all’interno 

Allestire la vasca di allevamento è molto semplice; si disporranno 3 o più strati di cartone che faranno da rifugio ai grilli, in contenitori bassi si potrà inserire mangime per pesci o croccantini per cani oppure altro mangime per animali domestici (sembra che il mangime per pulcini sia il pasto ideale per loro) e , evitando che il cibo marcisca o ammuffisca, bucce di mela, frutta in genere e/o erba fresca (evitate la lattuga e affini) da sostituire frequentemente per ovvi motivi.

Attenzione!!!! Gli Acheta sono insetti onnivori non disdegnano altri insetti o i loro stessi piccoli.

Non dovrà mai mancare acqua o quantomeno, una buona percentuale di umidità all’interno della vaschetta. Spruzzare di tanto in tanto l’area non interessata dalle case in cartone è un’ottima opzione. Realizzato ciò si potrà permettere ai nostri grilli di sopravvivere sani e forti per molte settimane.

Se il fabbisogno di grilli è al di sopra del pasto bisettimanale si può optare per preparare un’area di riproduzione che consiste nel mettere in un contenitore di 2-3 cm di altezza della torba (non fertilizzata) che permetta alle femmine di deporre le uova al suo interno. L’area di deposizione con la torba dovrà essere sostituita ogni 15 giorni, ponendola in un’altra scatola più piccola per attendere la schiusa ed evitare la predazione della uova o dei piccoli da parte degli adulti. 

La maggiore accortezza che si deve avere nell’allevamento degli Acheta è la salvaguardia della temperatura di allevamento. A 18-20°C i grilli rallentano il loro metabolismo, le uova impiegheranno più di 4 settimane a schiudersi e più di 5 mesi per diventare adulti.  A temperature di circa 30-35°C il metabolismo accelera: le uova si schiudono in una settimana e il ciclo vitale si completa in circa 2 mesi. Con un po di pratica si può cercare di gestire questo fattore di crescita per aumentare o diminuire la produzione a nostro piacimento come ad esempio per i Channa che nel periodo di bruma riducono la loro alimentazione o la intensificando la riproduzione a primavera o in estate quando avranno necessità di alimentarsi molto e bene. 

La gestione della temperatura di allevamento ovviamente non deve essere al di sotto dei 15 gradi che potrebbe compromettere la vita della colonia. Sempre a proposito della gestione della temperatura, personalmente poggio la scatola di allevamento sopra alla plafoniera di una mia vasca il calore trasmesso è sufficiente a mantenere i 25°C ma si rischia che il caldo faccia evaporare rapidamente l’acqua. Per evitare ciò lascio sempre in un angolo un batuffolo di lana di perlon, quella bianca utilizzata per i filtri dell’acquario, imbevuta d’acqua che trattiene meglio l’acqua evitando che la camera di allevamento vada a secchezza.

Fatto ciò non resta che imparare a prenderli e a darli in pasto (con parsimonia!) ai nostri pesci.

2 pensieri riguardo “Cibo vivo – Allevamento Acheta domesticus

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