L’Artemia salina è un piccolo crostaceo molto utilizzato per l’alimentazione degli avannotti. Le dimensioni ridotte, l’alto valore nutrizionale e la facilità con cui può essere gestita la schiusa l’ha reso il cibo vivo più utilizzato e importante per i primi giorni di vita dei pesci e non solo. L’artemia infatti non è solo importante per gli avannotti ma è anche, e sopratutto, utilissima a mantenere sani i nostri pesci in età adulta.
Cenni biologici sull’Artemia salina:
E’ un piccolo crostaceo che vive in acqua salata con un’ottima tolleranza ad un ampio range di temperatura (tra 5 ed i 40 °C) e salinità. Vive indifferentemente in acque salmastre e salate. La riproduzione avviene tra i 20 e 35 °C in acque con contenuto di sali tra i 30 ‰ e i 50 ‰ (Il contenuto medio di sali in acqua di mare è al 35‰ cioè 35g per litro di acqua). In tali condizioni l’Artemia adulta si riproduce per via sessuata producendo centinaia di piccoli in tutto il suo ciclo di vita. Se le condizioni di salinità cambiano, le femmine iniziano a produrre uova dal guscio spesso e duro comunemente dette cisti. Le cisti riescono a proteggere dalle condizioni avverse l’organismo all’interno per un periodo di tempo lungo che può arrivare anche a qualche anno. Se le condizioni climatiche sono favorevoli, le cisti a contatto con l’acqua si schiudono generando nuovi naupli che per le prime 48h, si nutriranno del sacco vitellino, ricco di acidi grassi dunque un ottimo nutrimento per i pesci. Esaurito il sacco vitellino si nutriranno di alghe e batteri fino a raggiungere lo stadio adulto di circa 1cm.
Allevamento e distribuzione
Partendo dalle uova, la produzione di naupli e adulti è molto semplice e alquanto conveniente, basta infatti avere semplicissimi accessori anche casalinghi per far schiudere, alla bisogna, migliaia di uova da dare in pasto ai nostri pesci, sia piccoli che grandi, L’unico intoppo nella distribuzione delle artemie ai pesci è la separazione di quest’ultime dalle cisti vuote e da quelle non schiuse perché indigeste.
Separare le uova non schiuse e i gusci vuoti di naupli non è difficile. Le cisti non schiuse sono più pesanti e vanno a finire sul fondo del contenitore mentre i gusci delle cisti schiuse sono più leggeri e resteranno in sospensione sulla superficie dell’acqua. I naupli d’artemia nuotano liberamente in acqua e sono fotosensibili vengono cioè attratti dalle sorgenti luminose. Per separare dunque questi due elementi di scarto ed ottenere questo prezioso nutrimento per i pesci, basta lasciar decantare per qualche minuto l’acqua e aspirare o attrarre i naupli in una zona pulita dai residui.
TECNICA
I schiuditori di artemia sono dunque progettati per sfruttare questi principi. La tecnica di base per la schiusa e la separazione dai residui è quella della bottiglia: si tratta semplicemente di capovolgere una bottiglia con uova ed acqua salata (3g/L circa di sale marino e comunque non iodato) ed attendere circa 24-48 ore per la schiusa. Durante questo tempo è necessario flussare aria all’interno del contenitore in modo da evitare che le cisti di depositino sul fondo. A seconda se la temperatura è bassa o alta (20-30°C) le uova si schiuderanno più velocemente o meno e dopo aver spento l’aerazione ed aver lasciato a riposo per qualche minuto l’acqua si possono attirare le artemie con una fonte luminosa in una zona “pulita” per poi aspirarli con una siringa o setacciarli su un apposito filtro a maglia fine da 100 micron. Un rapido risciacquo per eliminare le tracce di sale e le artemie possono essere distribuite ai pesci.
PERCHE’ TANTI SCHIUDITOI DIVERSI?
Compreso che il principio per la schiusa sia sempre uguale per tutti gli schiuditoi, non resta che chiedersi il perché esistono tanti sistemi di produzione e quale sia quello adatto alle nostre necessità.
Oggigiorno il web è pieno di schiuditoi piccoli e grandi e di oggetti fai da te e non è facile decidere quale sia il sistema più pratico o adatto alle nostre esigenze. Con una attenta analisi ci possiamo rendere conto quali siano le reali necessità e quali i sistemi ci semplificano le operazioni di pulizia e gestione degli stessi.
Analizziamo alcuni aspetti:
- Bisogna alimentare pesci d’acquario marino o di acqua dolce?;
- La frequenza di alimentazione dei pesci?;
- Quanto cibo vivo ci occorre?;
- Avannotti o pesci adulti?;
- Dobbiamo alimentare coi naupli o con le artemie adulte?
- Quanto tempo possiamo dedicare alla produzione?;
- Quale schiuditoio ha una migliore di separazione delle cisti vuote e/o non schiuse;
- Quanta praticità abbiamo nell’utilizzo di sistemi semplici o complessi di schiusa?;
- Budget a disposizione?;
Se analizziamo solo alcune di queste domande si può comprendere come sia complessa e articolata la scelta del proprio schiuditoio ideale e del perché spesso nasce la necessità di procedere col fai da te!
Le produzioni di artemia per l’acquario marino sono, di per sé, un mondo a parte perché la distribuzione può essere destinata ai pesci, agli invertebrati, alle meduse o ai cavallucci marini e ad ognuno di di essi è richiesta una notevole accortezza nell’evitare di diffondere le cisti.
Per grandi produzioni nel marino si possono utilizzare le cosiddette cisti decorticate che hanno cioè subito un trattamento chimico tale da ridurre lo spessore delle uova e non necessitano di pulizie accurate.
La tecnica della “bottiglia” anche se poco costosa e pratica da realizzare, crea delle difficoltà quando la produzione passa da poche artemie al giorno a diverse produzioni giornaliere sopratutto se abbiamo molti avannotti da alimentare e dobbiamo necessariamente provvedere alla preparazione continua di nuove colture ogni giorno.
Il dover perdere non poco tempo per aspirare delicatamente le artemie per evitare di introdurre le cisti che ricordo sono indigeste e potrebbero uccidere gli avannotti, potrebbe far pensare che la semplice bottiglia sia alquanto rudimentale e un tantino da migliorare.
Una buona soluzione al problema e poco costosa è utilizzo dei coni professionali (singoli o in serie). Si tratta di sistemi “a bottiglia” migliorati ma molto più efficienti per quanto riguarda la pulizia, la produzione e la distribuzione.
Quando gli avannotti sono tanti e la produzione è continua, ci si potrebbe persino evolvere ed utilizzare dei coni professionali magari anche di volume più grande (5, 10 litri!!!) muniti di termoriscaldatore, per velocizzare e controllare la schiusa, aumentare il contenuto di artemie per più distribuzioni al giorno ed avere un minore spreco di cisti che in ritardo con la schiusa andrebbero perse.
Se le produzioni di artemia sono invece per pochi pesci e non si hanno necessità di produzioni elevate ma di produzioni controllate o se necessitiamo di distribuire adulti e non piccoli naupli i sistemi appena descritti servono a poco.
L’allevamento degli adulti è anch’esso abbastanza semplice, basta solo fornire adeguata temperatura, salinità all’acqua ed il gioco è fatto.
Per distribuirle ai pesci basterà pescarli con un retino a maglie larghe per non pescare i naupli e dopo un rapido risciacquo potranno essere dati in pasto direttamente senza correre alcun pericolo di malattie dei pesci o altro.
L’Artemia salina non veicola parassiti o batteri patogeni. Allo stadio adulto, dopo quattro settimane circa, il maschio si aggrapperà alla femmina adulta e inizierà a fecondare le uova che verranno disperse in acqua generando nuovi nascituri. Se le condizioni di salinità o temperatura saranno avverse le femmine produrranno le cisti che galleggeranno sulla superficie dell’acqua. L’alimentazione delle stesse potrà essere fatta con semplici alghe grattate dal vetro di un acquario o da una apposita bacinella d’acqua esposta al sole o con appositi kit di alimentazione fatti anche di complessi vitaminici utili per i pesci.
PICCOLE PRODUZIONI
Di recente una piccola popolazione di Dorychtys martensi abita i miei acquari ed essendo probabilmente dei wild non accettano ancora il cibo secco. Ciò mi ha costretto a dover provvedere alla loro alimentazione con piccole produzioni controllate di artemia.
Essendo solo pochi esemplari è ovvio, dopo quanto scritto fin’ora, che i sistemi succitati siano alquanto inadeguati per le mie necessità. Le quantità che necessito sono piuttosto esigue e produzioni di artemia di massa sono poco convenienti.
Per questo motivo ho deciso di rivedere le mie necessità ritornando all’invenzione delle invenzioni, la famosa vaschetta tonda per la schiusa dei naupli: lo schiuditoio di artemia!
Si tratta di una invenzione alquanto geniale e comoda da utilizzare e che permette di produrre basse quantità di artemia già ripulita da cisti vuote e non schiuse per un periodo di tempo più o meno elevato.
Il kit è composto da una vaschetta da mezzo litro deformata da alcuni anelli circolari di diversa altezza sui quali si appoggia un accessorio in plastica formato da due anelli concentrici che permette la separazione delle cisti, schiuse e non, dai naupli. Le piccole artemie attratte dalla luce che giunge dal foro posto al centro del contenitore, nuoteranno verso il contorto percorso fino a raggiungere il punto centrale del contenitore dove è posto il piccolo setaccio per la pesca.
Il contenitore è provvisto anche di un piccolo beccuccio che, con la semplice rotazione parziale del coperchio sul lato aperto, permette di svuotare comodamente la vaschetta evitando sversamenti.
Preparare la schiusa delle artemie con questo accessorio è estremamente semplice. Vediamone le azioni principali:
Come cisti di artemia da far schiudere ho optato per la confezione JBL Artemio Mix da 200ml comprensiva di sale e alghe per il mantenimento delle stesse dopo i successivi 2 giorni di vita quando cioè avranno esaurito il sacco vitellino e necessiteranno di alimentarsi.
Per la preparazione dello schiuditoio basta solo riempire fino all’anello di riempimento consigliato su bordo della vaschetta (0.5L) con acqua di rubinetto e versare 2-3 misurini di Artemio Mix avendo cura di distribuirlo solo sul bordo esterno del contenitore. La vaschetta può essere chiusa col coperchio in dotazione e avendo cura di non smuovere troppo l’acqua, può essere adagiata sull’acquario a prendere il calore dalla plafoniera oppure in un luogo in cui la temperatura sia superiore ai 20°C per favorirne la schiusa.
Maggiore sarà la temperatura e tanto minore sarà il tempo di schiusa e viceversa.
Perché è da considerarsi un sistema eccellente?
Ebbene si senza ombra di dubbio questo sistema è il più efficiente per le piccole produzioni d artemia. Non necessita di aeratore, non necessita di termoriscaldatore
Utilizzando le uova con sale si simula perfettamente ciò che accade in natura, quello in cui le artemie si sono evolute per sopravvivere.
Le cisti, nei periodi di secca, si trovano assieme ai cristalli di sale. Le prime piogge o inondazioni bagnano le cisti e sciolgono gradatamente il sale fino a portare all’optimum per la schiusa. Lo stesso processo accade nello schiuditoio dove le uova si bagnano con l’acqua dolce e raggiungono gradatamente la giusta salinità man mano che i sali si sciolgono.
Quando si preparano le schiuse è sempre consigliato bagnare per qualche ora le uova in acqua dolce prima di inserirle in quella salata.
A seconda della temperatura di schiusa, piccole porzioni di naupli potranno essere pescate e distribuite ai pesci senza perdite di uova. Se desideriamo produrre in continuazione artemia con questo sistema non resta che fare dei piccoli cambi d’acqua aprendo il beccuccio di scarico. Versando acqua dolce dall’interno verso l’esterno e distribuendo, sempre sull’anello esterno, all’occorrenza 1 o più misurini di uova e sale si potrà continuare con la produzione di naupli.
Le esigue acque di scarto potranno essere comunque raccolte per l’allevamento delle artemie adulte in una vasca più capiente munita di aeratore.