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Piante d’acquario micropropagazione o vasetto?

Da molti anni ormai, l’interesse del mercato acquariofilo si è spinto molto sulla vendita di piante di acquario e non solo.

Il mercato è progredito più del solito anche verso quello tropicale di: terrari, paludari,  “vivarium” e contenitori di diversa forma e dimensione che contengono angoli di natura vegetale e talvolta anche animale. Diciamo in maniera poco risoluta che i vecchi terrari e acquaterrari, (es. quelli delle raganelle tropicali) si sono evoluti in allestimenti naturali di grandissimo effetto e maestria.

Sono sotto agli occhi di tutti alcuni prodotti OASE “biOrb, biOrb Air e i “dooa system terra“, “dooa system aqua della ADA e tanti altri prodotti di altre aziende che hanno arricchito il mercato proprio nel ricreare ambienti tropicali in forma sommersa, emersa o entrambe.

Una estensione, quella del mercato terrariofilo ed acquariofilo, non solo proveniente dallo stimolo educativo dell’allevamento secondo natura ma anche di un’ampia veduta, quella di alcuni anni fa, verso il ripiego al “vegetale” dovuto alla crisi di importazione di pesci e animali tropicali, costi, normative ed altro. Gli aquascape stessi necessitano di tante piante e pochi pesci con predilezione per quelli utili a mantenere stabile l’ambiente: Caridina, Neocaridina, Otocinclus e caracidi in genere e comunque un numero molto esiguo di pesci.

In questi sistemi, il mercato di muschi e piante di vario genere tra cui molte largamente conosciute in acquariofilia, hanno spopolato ed insieme ad esse si è evoluta anche la produzione con conseguente aumento di qualità, varietà e quantità. Un “nuovo mercato” alla ricerca non solo della fauna “particolare” ma soprattutto la ricerca della varietà di piante particolarmente rare, uniche e belle!

Bacopa caroliniana in vitro
Anubias nana “coin leaf” in vaso
Staurogyne repens in vitro

Il mercato acquariofilo offre un ampia varietà di piante ed anche novità nei suoi due principali settori commerciali: le classiche colture in vaso e quelle in micropropagazione, le cosiddette “in vitro”; ma non sempre siamo consapevoli delle differenze. Probabilmente e tecnologicamente alcune piante sono e restano facilmente coltivabili con i sistemi classici come ad esempio Egeria, Microsorum, myriophyllum ecc. Per altre specie è quasi evidente che le colture in vitro abbiano, spesso e volentieri, superato quelle in coltura classica di lana di roccia.

Piante come Bucephalandrha, Eleocharis e Glossostigma sono principalmente vendute e/o preferite nella versione in vitro, tecnica che permette di coltivarle al meglio e, in un certo senso, di evitare di strapparle alla natura. Tanti piccoli frammenti di una sola pianta possono produrre altrettante piantine e non occorre quindi possedere molte piante per una riproduzione massiva.

Di solito le piante in vasetti da micropropagazione sembrano essere solo più costosi ma è davvero così? Che differenza c’è e quali acquistare? 

Le piante in vaso

Le piante in vaso sono quelle piante comunemente presenti nei negozi da molti anni cresciute e radicate in substrato di lana di roccia.

Sistema idroponico per la produzione di piante classico. Azienda Anubias Soc. Agr. srl

Nell’industria idroponica, la lana di roccia è ampiamente utilizzata come substrato per la coltivazione di piante, offrendo alti rendimenti grazie ad alcune sue importanti caratteristiche: 

  • Sterile da semi contaminati pollini ecc.: rispetto a terreni e terricci che potrebbero inquinare non solo la coltura da piante infestanti (lemna ecc.) non risciano di contaminare le colture con altre piante;
  • Idrofilo ha un’alta capacità di ritenzione di acqua e sali minerali;
  • Alta capacità di aerazione del mezzo di coltura: al pari della alta capacità di trasporto dei nutrienti è inerte rallentando di molto i fenomeni anossici fermentativi ed eventuale putrefazione delle radici.

A seconda del tipo di pianta, d’acquario nel nostro caso, il substrato di lana di roccia sostituisce la terra o terriccio organico permettendo alle piante di svilupparsi e radicare evitando le contaminazioni naturali del terreno. Non funge da substrato fertile ma viene irrorato con acqua contenente tutti i macro e microelementi necessari alla crescita facendo solo da supporto alle radici. La differenza è sostanziale con terreni e terricci non sterili che sono di difficile sterilizzazione e gestione qualora si sviluppino crescite di piante infestanti e parassiti di altra natura.

Lana di roccia vergine per coltura di piante (Foto web)

Terre e terricci contengono oltretutto fonti disomogenee di Azoto, Fosforo e Potassio e altri oligoelementi non sempre di facile gestione, soprattutto quando si gestiscono colture massive e durante tutto il ciclo di crescita (germinazione, sviluppo ecc). Un substrato inerte come la lana di roccia permette una gestione ottimale delle piante soprattutto in coltura acquatiche dove è essenziale la gestione di pH e Conducibilità offrendo una maggiore probabilità di gestione della fertilizzazione mirata alla pianta. Certo anche la lana di roccia alla lunga può creare problemi di infestazione di piante a volte indesiderate come lemna, pistia ecc. senza tralasciare le infestazioni di lumachine e/o altri insetti come ad esempio le zanzare nei luoghi di lavoro.

Oggigiorno le tecniche di produzione delle nostre piante da acquario sono molto avanzate con sistemi a ridotto consumo di acqua in primis e gestione dei parassiti. Le piante non vengono quasi mai fatte crescere in acqua ma in ambienti saturi di umidità o irrorate da temporizzatori che distribuiscono nutrienti e ormoni della crescita in maniera controllata e permettono una migliore esposizione alla luce. Le piante aeree si sviluppano allo stesso modo di come starebbero in un comunissimo loro ambiente acquatico naturale.

Le piante in vitro

Il termine “in vitro” o “coltivate in laboratorio” o in micropropagazione non indicano piante “chimiche” o artificiali, sono semplicemente piante riprodotte in laboratori di micropropagazione che semplicemente inoculano in un liquido o gel nutriente una o più talee di una pianta com la caratteristica di essere: sterile, contenere sostanze nutritive, vitamine e ormoni della crescita. I nutrienti stessi non si disperdono nell’acqua ma restano sempre a disposizione nel substrato liquido di coltivazione o nella gelatina e non rischia di ossidarsi o provocare carenze nella pianta ne quantomeno deve essere dosato in eccesso per evitare ciò.

Laboratorio di micropropagazione

La sola differenza di una coltura classica di queste piante è che saranno geneticamente uguali alla pianta originale perché si sono sviluppate da una parte della pianta stessa. Ovviamente questo è simile ai metodi tradizionali di propagazione di una pianta (es. le Vallisneria) ma col vantaggio di avere una coltivazione di piante sane in un ambiente sterile dunque esenti da parassiti e agenti patogeni (e lumachine!)

Il vantaggio, soprattutto con le varietà genetiche particolari, è che la stessa pianta può essere riprodotta con più facilità avendo la garanzia che le piante “figlie” saranno in tutto e per tutto copie esatte o cloni della pianta originaria senza avere la necessità di dover selezionare gli ibridi che non ci interessano.

Questo processo di coltura può dunque essere una perfetta macchina di produzione di nuove varietà geneticamente selezionate. Esempio sono le varietà “micro” o “nane” di alcune piante o con colorazioni particolari oppure varietà nuove.

Non entro in merito sugli aspetti economici del processo che sono comunque più cari se si pensa che richiede non tanto spazio ma veri e propri laboratori attrezzati, sterili ed esenti da contaminanti di ogni genere ma con una produzione controllata e massiva di varietà comuni e non e che soddisfino il mercato.

Cryptocoryne wendtii “fancy pink” in vitro

Quali sono i Pro e i Contro della coltura rispetto a quelle in vaso

I vantaggi delle piante d’acquario vitro sono:

Le piante d’acquario in coltura sono garantite esenti al 100% da alghe, lumache e altri parassiti. Questo è un must quando si desidera avere un acquario o un terrario privo di lumache e vuoi ridurre al minimo il rischio di aggiungere alghe e piante indesiderate (es. la lemna). Anche le piante in vitro sono facili da preparare prima di aggiungerle in acquario. Si può semplicemente risciacquare bene il gel nutriente senza dover intervenire meccanicamente e senza toccare le delicate radici oppure possono essere prelevate senza rischio di rovinare le radici dal morbido gel. I vasetti di gel solitamente contengono molte più più piante, anche se di dimensioni più piccole, un prezzo talvolta più alto compensato da un numero superiore di piantine.

Gli svantaggi delle piante d’acquario in coltura tissutale:

Le piante coltivate con sistemi di micropropagazione non sono perfette. Potrebbero sciogliersi durante il processo di acclimatazione al tuo acquario poiché queste piante provengono da un ambiente sterile e ricco di sostanze nutritive e che hanno comunque bisogno di adattarsi completamente a vivere sommerse. Sono di solito piantine troppo piccole se bisogna allestire un acquario modesto, potrebbero occorrere molti più vasetti rispetto ai vasi in lana di roccia, per allestire completamente una vasca grande. Allo stesso tempo, occorrerà molto più tempo per apprezzare un acquario ben allestito e sviluppato.

I vantaggi delle piante d’acquario in vaso:

Le piante in vaso hanno il vantaggio di essere piuttosto resistenti e robuste rispetto alle colture in vitro. Sono dotati di radici ben consolidate che possono assorbire i nutrienti e iniziare a costruire nuove foglie in breve tempo. Ma le piante, seppur più grandi, saranno sempre in numero minore in ogni vasetto. Le piante in vaso sono generalmente di dimensioni molto più grandi, riempiranno immediatamente l’acquario e avranno un bell’aspetto fin dall’inizio soprattutto perchè sono gia adattate a vivere in ambiente saturo di umidità o sommerso. Le piante in vaso sono la scelta migliore se non ha la pazienza di aspettare che le piante si adattino e crescano nel nuovo ambiente.

Gli svantaggi delle piante d’acquario in vaso:

Le piante in vaso potrebbero contenere lumache, uova di lumaca, alghe, lenticchie d’acqua o altri parassiti. Un altro svantaggio è che, a seconda della specie, è possibile ottenere solo poche piante per vasetto, anche se di solito è più grande del vasetto in vitro. Le piante in vaso nella lana di roccia sono un po’ più difficili da preparare prima di aggiungerle all’acquario perché le radici forti rendono difficile rimuovere completamente la lana di roccia.

Se stai allestendo un acquario o terrario esistente e a bassa tecnologia (scarsa illuminazione, no CO2 ecc.), le piante in vaso potrebbero adattarsi più facilmente a questo ambiente, soprattutto se sono già cresciute sommerse sott’acqua a differenza delle piante in vitro che potrebbero avere difficoltà a competere con le piante già stabilite nell’acquario per la luce e le sostanze nutritive. L’utilizzo di piante in vitro ha molto senso se si intende creare un nuovo sistema completamente piantumato, utilizzando CO2 e si desidera partire bene ed evitare problemi e contaminazioni. La maggior parte delle piante in vitro saranno ben felici di avere un nuovo ambiente in cui crescere senza dover competere con altre piante per la luce o le sostanze nutritive.

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